IL NUOVO PAPA FRANCESCO I…IL NOME E’ UN PALESE RIFERIMENTO AL PATRONO D’ITALIA S.FRANCESCO D’ASSISI
Francesco è il nuovo Papa. Nessuno, nella storia, ha mai assunto il nome del fondatore dei Francescani. Jorge Mario Bergoglio, cardinale argentino, nonostante sia un gesuita, lo ha fatto. Di Francesco, il principale Santo Patrono dell’Italia venerato in tutto il mondo, è nota l’attenzione e la dedizione ai poveri ma meno noto è il fatto che Francesco, nella sua opera riformatrice, non aveva tanto a cuore la povertà, quanto l‘andare all’essenziale del Cristianesimo. Ancora meno noto è il fatto che l’elemento decisivo della sua missione fu sempre l’assoluta obbedienza al Papa e alla Chiesa e nel corso di tutta la sua vita, infatti, ricercò incessantemente l’approvazione del Pontefice. Dicono che tra i giorni più felici della sua vita vi fu quello in cui la sua regola ricevette l’approvazione da parte di papa Innocenzo III attraverso la bolla Ordo fratum minorum con il quale il Papa riconobbe che, a differenza di molti altri movimenti dedicati ai poveri nati in quegli anni, l’ordine di Francesco amava la Chiesa e la considerava madre.
“Povertà”, “obbedienza” e “castità” sono aspetti fondamentali della vita di Francesco e dei suoi discepoli. Dopo un primo periodo passato in solitudine, Francesco iniziò a vivere la propria vocazione insieme a dei compagni che volevano imitare il suo esempio. L’umiltà e l’ascetismo al quale si accompagnò l’opera del santo gli valse il nome di Imitator Christi (“Imitatore di Cristo”): da qui inizia l’esperienza della “fraternità”, nella quale ciascun membro è dunque un imitator Francisci (“Imitatore di Francesco”), e dunque un imitator Christi. Secondo la regola dettata da Francesco, la vita comunitaria deve cercare di conformarsi a questi principi:
Fraternità: i frati non devono vivere soli, ma devono prendersi cura dei propri fratelli (e in generale di tutti) con amore e dedizione. La stessa cura si estende incondizionatamente non solo alle creature umane, ma a tutto il creato in quanto opera di Dio e dunque sacro, vivendo in questo modo la fraternità universale.
Umiltà: porsi al di sotto di tutto e di tutti, al servizio dell’ultimo per essere davvero al servizio di Dio, liberarsi dai desideri terreni che allontanano l’uomo dal bene e dalla giustizia
Povertà: rinuncia a possedere qualsiasi bene condividendo tutto ciò che ci è dato con tutti i fratelli, partendo dai più bisognosi.
La Chiesa ha capito tutto e assai prima della politica ha compreso la “lezione” di questo periodo storico di crisi non solo economica ma anche di cultura e di civiltà…scegliendo una papa semplice ma austero, un gesuita italo-argentino e non europeo e curiale, un paladino dei poveri che a Buenos Aires (di cui era arcivescovo metropolita) si muove con la metropolitana e non con l’autista e va a cena con i non abbienti…altro che la Chiesa sfarzosa e non trasparente della Curia Romana e di alcune diocesi europee molto discusse….un’ esigenza di moralità e di trasparenza avvertita dai Cardinali elettori del Conclave più vicini alla realtà dell’attualità rispetto ad es. nostri politici delle “caste” partitocratiche: per questo hanno scelto un paladino dei poveri e della fraternità del mondo…un gesuita semplice che non a caso ha scelto per la prima volta nella storia della Chiesa il nome di FRANCESCO! AUGURI AL NUOVO PONTEFICE DI OPERARE PER IL BENE DELLA CHIESA INTESA COME COMUNITA’ DI FRATELLI UNITI DALL’AMORE E DALLA CARITA’ CRISTIANA!!!
GIORGIO GIORGI