Il testo del volantino diffuso ad Ancona oggi 21 Marzo avanti al Tar delle Marche.
COMUNE DI CINGOLI Associazione “Ancora non è notte a Cingoli”
Giù le mani dal nostro Ospedale
Cari cittadini,
stamani il TAR delle Marche dovrà decidere se, l’Ospedale montano di zona di Cingoli, ricostruito dopo il terremoto con una spesa di molti milioni di euro e inaugurato solo nel 2009, deve continuare a garantire il diritto alla salute di migliaia di cittadini dei Comuni di Cingoli, Apiro, Poggio San vicino e comuni limitrofi o deve essere trasformato in un’altra “cosa”.
Si tratta, com’è evidente, non di una generica richiesta bensì della legittima e fondata rivendicazione per fruire di un diritto che, nella nostra Costituzione, è definito fondamentale: il diritto precettivo alla salute articolo 32 sella Carta.
In quale società civile, in quale tradizione liberale e democratica, le minoranze di una comunità montana, che vivono lontani dai centri urbani più strutturati, devono rivolgersi a un giudice per chiedere ciò che prima della Costituzione, la tradizione cristiana, sin dalle misericordie, sin dal medioevo prevedeva per tutti?
Noi vogliamo gridare che la Repubblica garantisce a tutti la “rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale” per concretizzare l’uguaglianza dei cittadini e questa non affida affatto al centralismo oligarchico della Giunta regionale, né al direttore generale la rimozione di questo valore costitutivo.
Assistiamo, invece, a questa vera e propria violenza contro una comunità svantaggiata che, invece, deve essere sostenuta per previsione costituzionale art.44 Cost.. Privarci del nostro Ospedale significa calpestare non semplicemente il diritto alla salute, ma il diritto alla vita e alla sopravvivenza. Nessun soccorso può essere tempestivo ed efficace lontani da un vero Ospedale con le condizioni metereologiche di una città posta a 631m sul livello del mare.
Peraltro, la politica regionale sulla sanità, mistificando ciò che deve essere fatto con la riduzione dei costi, della c.d. spendig review, ha cancellato qualunque elemento di concertazione con gli Enti locali. E la dignità costituzionale che i Comuni hanno di rappresentare la propria comunità come Enti che formano la Repubblica, secondo l’articolo 114 della Costituzione, deve misurarsi oggi come una querula richiesta, tra i tanti ricorsi amministrativi. Un gap insuperabile sul piano delle fonti e sul rispetto della gerarchia dei valori della nostra Nazione.
Noi siamo qui quindi, per proclamare il nostro diritto a mantenere l’Ospedale montano di zona di Cingoli: per ragioni che si fondano sul diritto, sull’equità, sulla giustizia sociale, sul principio di uguaglianza e sulla parità dei cittadini di fronte ai livelli essenziali delle prestazioni sanitarie a garanzia della vita e del futuro dei nostri figli. Millecinquecento studenti affluiscono a Cingoli ogni giorno; oltre tremila sono i lavoratori della zona industriale: siamo davvero cittadini di serie “Z” ?
Esiste ancora il buon senso e il buon governo ? Tutti noi siamo davvero delusi e arrabbiati. Nessuno può ragionevolmente sostenere che, prima di tagliare gli sprechi, i compensi agli alti dirigenti, chiudere i reparti superflui, possa essere chiuso l’unico Ospedale con efficace sistema antismico della nostra Regione. E non si mistifichi il significato delle parole: l’Ospedale è cosa diversa dalla casa della salute (il progetto regionale). L’ospedale di zona di Cingoli prima di tutto è dei cittadini e poi della Regione e dei direttori generali.
Siamo fiduciosi che il giudice che controlla l’esercizio del potere amministrativo metterà al centro del giudizio la Costituzione della Repubblica. Il grido dei cittadini calpestati è davvero molto forte perché l’offesa che sta per essere perpretata è ingiusta e violenta.
E’ anche per questa ragione che manifestiamo con la Costituzione in mano, perché è l’unica che in un epoca di conflitti e di esclusione dei più “piccoli” può fare davvero giustizia.E noi vogliamo giustizia!
I CITTADINI -IL SINDACO – L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE – LE ASSOCIAZIONI